Contest n.6, scadenza: 14/02/2011

« Older   Newer »
  Share  
LoveSummer89
view post Posted on 20/1/2011, 13:07




~Tipologia: racconto breve
~Tema: amore (in occasione di S.Valentino)
~Dimensioni: non più di 2.500 battute
~Extra: il lavoro può essere sia inedito che edito, ma dovete essere voi gli autori.
~Scadenza: 14/02/2011
~Valutazione tramite: sondaggio

Iscrivetevi numorosiiiii :)


Lista Iscritti:

f a l l `
»» DiRtY WrItEr ««
~ NaNaNà.
nikky.


Edited by LoveSummer89 - 12/2/2011, 20:32
 
Top
view post Posted on 20/1/2011, 14:04
Avatar


Group:
Writer
Posts:
5,427

Status:


Ovvamente mi iscrivo e posto entro qualche giorno (:


Edit: scritto =) So che è proprio brutto, ma l'amore come tema non è tanto il mio forte xD però volevo provarci lo stesso <3
P.S.: l'ho scritta mentre ascoltavo Bella's Lullaby <3<3

Chris?

Sapevo che per me quel giorno non poteva essere come per tutti gli altri: solo il ricordo, terribilmente malinconico, mi faceva sentire a disagio in mezzo a tutta quella gente che si scambiava regali felicemente, donando, con quelli, parte del loro cuore alla persona che amavano. Io avevo dato fine a quella tradizione da quando l’amore della mia vita era svanito, o meglio, morto: addormentato per sempre nell’oscurità. Quell’anno, però, avevo deciso di fare un regalo anche a lui, perché proprio non sopportavo di dover dimenticare così tutto ciò che avevamo passato assieme. Andai subito al Cimitero (che detto così suona un po’ bruttino) per portare una bella rosa color panna al mio amore. La posai sulla sua tomba, assieme ad una lacrima che proprio in quel momento scivolò lentamente sul mio viso, per poi andare a posarsi sul fiore. Una folata di vento la fece volare via, trascinandola lontano, e io, come una stupida, presi a rincorrerla, andando a sbattere contro qualcosa o qualcuno, e caddi a terra.
“Tutto a posto?” domandò «la cosa». Non so se era tutto a posto, ma appena la mia vista si schiarì un po’, riuscii a distinguere un uomo, molto giovane, con due occhi stupendamente azzurri, che mi attiravano come se fossero calamite. Mi distolsi a fatica dal suo sguardo magnetico e mi alzai in piedi, aggrappandomi, come un’imbranata, al suo braccio.
“P-penso che sia tutto a posto..” balbettai. Lui mi sorrise e iniziammo a scambiarci domande a vicenda, del tipo “qual è il tuo colore preferito? oppure “che film ti piacciono?” e ancora altre mille domande inutili, visto che stemmo lì a dialogare per parecchio tempo. Alla fine, stavo quasi per andarmene, quando lui si decise a chiedermi il mio nome. Se ne uscì con un:
“Ah, dimenticavo, come ti chiami?”
“Heyra...tu?”
Esitò e sorrise, poi mi rispose con un forte e sicuro «Chris».
Chris? Aveva detto Chris? Mille lacrime allagarono i miei occhi, e d’impulso mi voltai, leggendo la lapide della sua tomba.
“Chris Bennet, Nato: 13/11/1918, Morto: 3/6/1944”
Di scatto, rigirai lo sguardo verso quell’uomo, ma non c’era più.
Era Chris. Il mio Chris.


Edited by f a l l ` - 20/1/2011, 18:03
 
Top
»» DiRtY WrItEr ««
view post Posted on 20/1/2011, 18:45




Mi iscrivo anche io ^^ :D

Ed ecco quà il mio racconto...
SPOILER (click to view)

Secretly



La luce, pacata e debole filtrava col lieve brusio della piogerella, penetravo dentro i miei stessi occhi mentre imbambolato fissavo lo specchio.
-Che fai?- bisbigliò cingendomi da dietro, il suo volto comparire nel freddo vetro accostato al mio, sorrisi.
-Nulla- esclamai raggomitolandomi nella sua stretta.
-Mh, fai in fretta- si raccomandò andando poi nella stanza affianco. Era tristezza quella che leggevo sul viso, la nascondevo sotto finti sorrisi, per quanto però avrei trovato riparo in essi? Quella data era tremendamente infelice ogni sua volta, come in un agglommerato di tutto il peso del vivere così la nostra storia, lo sentivo opprimere il petto più che mai. Un amore nascosto all'ombra del buio, mi soffocava quella piccola verità. Eppure sentivo come l'istinto di reprimere le stesse emozioni, lo amavo nel modo più forte possibile, temevo la sua perdita nel svelare quel dolore. Svelto, oscurai i pensieri raggiungendolo alla porta, lasciammo lo squallido love hotel prendendo a passeggiare per le vie di Osaka.
“Devi solo rimanere in silenzio e non porre domande” come da patto trattenevo la curiosità del sapere quale fosse la sua sorpresa, dopo una breve camminata entrammo in una piccola pasticceria del quartiere, un uomo dal volto stanco ma solare ci accolse con professionale sorriso, scaltro dopo qualche timido scambio di battute ci porse un pacco precedentemente confezionato e imbustato, uscimmo infine ringraziandolo del tutto. Capii subito che tipo di sorpresa nascondesse prepotente, nonostante tutto ignorava quella situazione facendo finta di nulla. Andammo in un piccolo parco comunale, le foglie secche sulla fredda terra, gli alberi spogli dalle loro chiome e le persone passeggiare distanti furono il nostro sfondo. Sedemmo in un minuto tavolino da pic nic.
Buon San Valentino disse d'impatto avvicinando il pacco. Silenzioso lo scartai curioso.
"Ti amo" un contenuto dolce al cioccolato ne conteneva le lettere. Lo fissai in volto, sorpreso, sentivo il cuore battere forte.
Ti amo esclamò ferendomi gli occhi, senza prenderne atto dolci lacrime mi rigarono le gote. Piano scostò le lacrime da sotto gli occhi, sorrise,
-Ti amo-, continuò, posò le labbra sulle mie, la felicità che mi feriva quasi volesse uccidermi, il peso sullo stomaco scomparire sotto le sue calde labbra. Sotto la luce di un sole nascosto, il nostro amore vibrava nell'aria di un mondo invisibile.
-Ti amo- Risposi.



Edited by »» DiRtY WrItEr «« - 13/2/2011, 22:07
 
Top
~ NaNaNà.
view post Posted on 20/1/2011, 22:27




Mi iscrivo anche io!
 
Top
nikky.
view post Posted on 12/2/2011, 18:31




Mi vorrei iscrivereeeeeeeeeeeee, non scrivo da una vita ç_ç

SPOILER (click to view)
Il cerchio.

Adele sentì la porta chiudersi e la stanza farsi improvvisamente vuota, e lasciare spazio a rumori che prima erano lontani. Il ticchettio dell’orologio, il rumore del frigorifero, il traffico che si lamentava appena fuori dalla finestra sottile del salotto, il proprio respiro lento e profondo. Chiuse gli occhi e le luci dei lampioni e della città continuavano a brillarle davanti alle palpebre, ora riusciva a sentire lo spazio intorno a sé e i suoi pericoli, e la pace della solitudine. La casa si fece vuota e si rianimò, quando quella porta si chiuse. Suo marito era uscito, era sabato sera, la sera in cui si stava insieme davanti alla tv e si mangiava il gelato al limone, quello preferito da Adele, e lui era uscito a comprarlo. Si era messo la giacca e la sciarpa rossa, e dicendo, come ogni sabato, “Torno presto, vado a comprarti il gelato” con un sorriso, uscì.

Adele ormai sola, rimase ferma a respirare profondamente, unì le mani ossute e tremanti tra loro, e ancora con gli occhi chiusi, distese il viso incartapecorito in un’espressione quieta, di pace, e sentì un profumo. Odore di erba bagnata, di alberi in fiore, di terriccio che si alza in grossi polveroni. Poi sentì il sapore del granoturco non ancora maturo, dolce e delicato, nella bocca, e anche il sapore della pioggia, dei suoi baci… Ricordò il cigolio della sua bici sgangherata sul selciato, quel rumore che le faceva battere forte il cuore nel petto, tanto da avere paura che si vedesse oltre la pelle. Ricordò i suoi capelli rossi sempre spettinati, e quegli occhi color cioccolata, che non facevano altro che ricordarle l’amore. Ricordò quel pomeriggio d’estate, nell’uliveto sotto casa, con nient’altro che una vecchia coperta tra loro e la terra assetata, e nient’altro che loro stessi. Ricordò come avesse pensato che sarebbe stato bello poter fermare quel momento in eterno, morire abbracciati in un cerchio e tutto il resto fuori. Ricordò ogni singolo particolare del suo viso, ogni singolo peletto di barba che le solleticava il viso, la curva con cui finivano le sue ciglia, il modo leggero in cui riusciva a toccarla, modellando le mani sul corpo di Adele, come fossero aria. E ricordò come lui avesse cercato di coccolarla subito dopo, offrendole un gelato al limone.

Erano passati tanti anni da allora, e quelli non erano nient’altro che ricordi, in cui Adele s’immergeva come ci si immerge nella lettura di un libro, fantasticando sulla vita di qualcun altro.

La porta si riaprì, lui era tornato, con il gelato tra le mani. Adele sentiva i passi del marito che si avvicinava, e tutto il resto che si faceva lontano. Continuava a tenere gli occhi chiusi, l’espressione distesa e un piccolo sorriso tra le labbra strette, che rendeva più profondi i solchi delle rughe delle guance. Sentiva che il cerchio si richiudeva, e tutto il resto fuori. Lui si avvicinò, con ancora il cappotto e la sciarpa, fece solleticare la barba corta e bianca sulla pelle di lei prima di scoccarle un bacio.

“Gelato al limone, il tuo preferito.”

Solo lei e lui, null’altro.


Edited by nikky. - 14/2/2011, 12:43
 
Top
LoveSummer89
view post Posted on 15/2/2011, 20:19




Chiudo e si passa al sondaggio.
(~ NaNaNà. non hai postato entro i tempi, mi dispiace :( ...)
 
Top
5 replies since 20/1/2011, 13:07   197 views
  Share